Nuove tecnologie a supporto della terapia

Le motivazioni alla base dell’utilizzo delle app come supporto alla terapia nei bambini

Pubblicato in data 30/06/2025

Negli ultimi anni è aumentato l’interesse verso le app che supportano la terapia nei bambini, grazie al ruolo sempre più significativo nel coadiuvare il trattamento di patologie quali disturbi cognitivi o del linguaggio.

Ad esempio secondo una ricerca pubblicata nella rivista “Autism Research” circa il 71% dei bambini ha mostrato un miglioramento nelle abilità sociali grazie a interazioni regolari con il robot Moxie, una app Ai-powered progettata per coinvolgere i bambini in conversazioni empatiche.

Gli strumenti tecnologici come le app trovano la loro forza sia nella componente ludica, grazie alla quale è possibile facilitare l’apprendimento attraverso attività strutturate come i giochi, sia anche nella personalizzazione dell’esperienza di utilizzo, rendendola più coinvolgente.

Inoltre le app possono rispondere anche ad altri tipi di esigenze, grazie alla facilità di accesso e alla loro immediatezza oltre che alla loro discrezione: l’app, infatti, può essere usata in privato e tende ad essere considerata in maniera diversa rispetto a un trattamento vero e proprio.

Tali caratteristiche hanno facilitato la costruzione di progetti come Calm Harm, un'app gratuita sviluppata per aiutare adolescenti e giovani adulti a gestire o resistere all’impulso di autolesionismo. L’app è stata creata dalla psicologa clinica Dr. Nihara Krause in collaborazione con giovani utenti, ed è sostenuta dalla charity britannica stem4, specializzata nella salute mentale giovanile.

La app si basa sul presupposto che l'impulso all'autolesionismo è come un'onda e che è più forte quando si inizia a volerlo fare. Calm Harm vuole intervenire proprio nel momento in cui si presenta l’impulso, fornendo alcune attività e tecniche immediate per aiutare a interrompere il ciclo del comportamento autolesionistico e ad esplorare i fattori scatenanti sottostanti. L'applicazione sostiene la costruzione di una “rete di sicurezza” di pensieri e comportamenti utili e l'accesso a persone di supporto, oltre a offrire l'opportunità di scrivere un diario e riflettere su se stessi e sulla propria condizione.

La stessa componente ludica delle app, d’altra parte, riesce a ridurre l’ansia legata alla terapia, andando ad abbassare le barriere difensive e a facilitare di conseguenza anche il percorso di trattamento.

Nel contesto italiano può essere citata Broncosauri, app sviluppata da Educom an IQVIA Business con il supporto incondizionato di Recordati, e il patrocinio della Società Italiana di Allergologia Pediatrica (SIAIP). Il  progetto mira a educare bambini e famiglie alla gestione dell’asma accompagnando i piccoli pazienti, insieme ai loro genitori, a comprendere prima di tutto la patologia per poterla poi affrontare con più serenità.

Attraverso la storia di due mascotte dinosauri, Oxy e Breezy, i bambini vengono accompagnati nel percorso terapeutico lungo la missione Respiro. I Broncosauri, infatti, vogliono aiutare i piccoli amici umani a respirare meglio tramite video educazionali che possono aiutare a utilizzare correttamente i dispositivi per la terapia e video cartoon che rendono l'apprendimento coinvolgente per il tuo bambino.

Broncosauri prevede una serie di contenuti educazionali oltre che una serie di sfide personalizzate per fasce d’età e pensate per l’intrattenimento dei bambini lungo la terapia. Grazie alla realtà aumentata è possibile poi attivare un broncoamico.

Tutta la famiglia viene coinvolta nell’utilizzo della soluzione che permette di creare un broncosauro personalizzato.

L’app Broncosauri, disponibile in più lingue, può essere scaricata su App Store e Google Play: per maggiori informazioni è possibile visitare il sito https://broncosauri.it/

Le app possono quindi rappresentare un valido supporto alla terapia nei bambini, andando nel futuro ad offrire esperienze sempre più immersive e coinvolgenti. È necessaria, tuttavia, una rigorosa selezione nel processo di produzione dei contenuti veicolati.

Inoltre va prestata estrema attenzione alla corretta gestione della privacy dei bambini e va evitato il rischio che i ragazzi possano allontanarsi dalla realtà, rifugiandosi esclusivamente in un assistente virtuale. Il ruolo del terapeuta, infatti, rimane sempre centrale sia nella gestione della terapia sia nella relazione con il bambino.